Pittore
Contenuto del Fondo: la corrispondenza, prima Serie del fondo, conta 477 mittenti per un totale di oltre 3300 documenti (numero che comprende anche le risposte di Birolli, conservate di solito in fotocopia o in forma di stampa da microfilm): tra i corrispondenti si trovano naturalmente amici e colleghi (italiani e stranieri) del pittore insieme ai nomi di alcuni critici con cui Birolli ha intrecciato un vivace dibattito, altri carteggi significativi sono quelli scambiati da Birolli con i suoi collezionisti, ma il mondo dell’arte non ha certo l’esclusiva degli scambi epistolari birolliani e alcuni importanti corrispondenze sono relative a scrittori e intellettuali a tutto tondo. In virtù di un lavoro di rastrellamento documentario portato avanti dagli eredi all’indomani della prematura scomparsa del pittore, alcuni carteggi sono stati integrati con le lettere, in originale o più frequentemente in copia, scritte da Renato che si affiancano così ai documenti epistolari ricevuti da Birolli. Nella Serie dei “manoscritti” si trovano tracce dei tentativi – per niente improvvisati – di scrittura birolliana. Del “diario” pubblico del pittore, pubblicato per la prima volta nei Sedici taccuini usciti presso i tipi di Posizione di Novara nel 1943, mancano (salvo alcune trascrizioni) però gli autografi, mentre sparsi in più fascicoli si trovano i testimoni a cui Enrico Emanuelli ha dato forma nel testo da lui curato nel 1960 da Einaudi (Taccuini 1936-1959). Tra le carte si trovano poi altri esemplari di ‘taccuini’, con appunti personali o riflessioni teoriche, come per esempio un quaderno di Scritti 1932 (in realtà alcuni passi riportano in calce anche l’anno 1933, altri sono riferibili agli anni immediatamente precedenti, sulla copertina del quaderno una scritta rimanda invece al “MCMXXIV”, una data non necessariamente anacronistica: probabilmente gli appunti più antichi sono stati eliminati, visto che dal quaderno risultano asportate le pagine iniziali) ancora in parte da indagare ma che è già stato esplorato in più occasioni (a partire dalla monografia uscita da Feltrinelli nel 1978). Sono presenti ulteriori testimoni (più o meno frammentari) di questa familiarità con la parola, mentre altri documenti di uno zibaldone che doveva essere stato, se non sistematico sicuramente più fitto, sono probabilmente andati perduti. Le versioni di altri scritti di Birolli presenti in questa Serie del fondo documentano una partecipazione costante al dibattito critico e alla vita civile del tempo, una volontà di intervenire nelle questioni dell’arte o della politica all’insegna di un identico sforzo di autenticità, di estrema adesione a una condotta programmatica intransigente. Il tentativo di assicurare una cornice adeguata ai testimoni del suo impegno civile lo si legge nello schema di una antologia pensata per dare ospitalità agli scritti politici, il cui ‘scheletro’ è rintracciabile in diversi fascicoli, con tanto di indici e montaggio di testi, ma di questo progetto è rimasto in piedi soltanto un abbozzo di architettura editoriale (un testo di Fortini, conservato in vari esemplari, anche se non era nato come introduzione a questa antologia, ne avrebbe potuto fare da apertura ideale). Tra le carte non stupisce nemmeno la presenza di manoscritti di altri autori: non solo recensioni o saggi di critica d’arte ma poesie dedicate a Birolli o testi per i quali il pittore ha realizzato le illustrazioni. Sparsi in vari raccoglitori ci sono poi autografi con una storia curiosa: sono quelli provenienti dalla tipografia dell’“Ambrosiano” dove Birolli ha esercitato a lungo il mestiere di correttore di bozze. Tra la “rassegna stampa” un primo nucleo della fortuna critica del pittore fa parte di una raccolta che Birolli ha personalmente conservato raccogliendo un gruppo di articoli di giornale con notizie che lo riguardavano direttamente o, più in generale, sull’ambiente artistico milanese, ritagli incollati poi su fogli sciolti dove di suo pugno ha riportato, in alto a destra, l’indicazione della data. Questa sequenza di articoli (sono però incollati, in una sorta di collage d’autore, anche altri tipi di documenti: come pieghevoli e cataloghi di mostre o cedole di vendita di pubblicazioni) si inaugura con il 1929 e viene abbandonata alla fine degli anni Trenta. La rassegna stampa non si arresta certo a questa raccolta parziale in cui è riconoscibile la mano dell’autore e ne supera i limiti temporali comprendendo documenti che coprono la bibliografia critica di tutta la carriera artistica di Birolli, estendendosi dunque dagli anni ’30, con qualche anticipo agli anni precedenti, fino alla fine degli anni ’80 (la documentazione degli ultimi decenni è stata evidentemente recuperata dagli eredi del pittore). Fanno parte della Serie della rassegna stampa anche gli articoli scritti da Birolli pubblicati in vari periodici e la cui raccolta documenta un aspetto dell’artista a tutto tondo. Alcuni dei più remoti articoli critici di Birolli sono assenti, lacuna dovuta alle difficoltà di reperimento che lo stesso autore doveva affrontare o a una volontaria azione di oblio per dimenticare i primi acerbi tentativi di critica d’arte. Il fondo è stato integrato anche con una parte iconografica: la raccolta depositata in archivio (si tratta complessivamente di oltre 90 disegni datati tra il 1935 e il 1936) corrisponde principalmente alle illustrazioni riunite nell’edizione torinese delle Metamorfosi (1976), che comprende la serie eponima pubblicata per la prima volta nel 1937 (una volta appartenuta a Alberto Della Ragione) alla quale sono state aggiunte la Metamorfosi quinta e sesta (seguite da altri due cicli di disegni denominati Significati ritmici del vento e Il ritmo in Delacroix). Oltre a questa raccolta più o meno omogenea sono presenti disegni sparsi, magari vergati su documenti d’archivio, di mano di Birolli o di altri autori. I libri della biblioteca personale ammontano a circa 1600 titoli catalogati e suddivisi in varie sezioni: letteratura, poesia, teatro, critica letteraria, filosofia, storia e – naturalmente – l’estetica e la storia dell’arte; i cataloghi di mostre personale e collettive a cui Birolli ha partecipato, le monografie che gli sono state dedicate (compresi molti opuscoli miscellanei) sono ovviamente rappresentati in maniera massiccia.
Strumenti di ricerca: la corrispondenza ricercabile nel dettaglio tra gli inventari on line, per questa stessa Serie è scaricabile dalla rete un indice alfabetico dei mittenti, l’inventario dei manoscritti e della rassegna stampa disponibile in sala consultazione. I libri della biblioteca personale (si veda la pagina descrittiva) schedati (ad eccezione della raccolta dei periodici) come Fondo speciale nel catalogo on line della biblioteca del Gabinetto Vieusseux, mentre nel 2014 è uscita da Scalpendi una monografia (a cura di Alessandro Della Latta) che ne illustra la storia e il contenuto. Descrizione del materiale iconografico nel data base del Servizio Conservazione.