DONNE DI TROPPO
4 appuntamenti dedicati ad alcune figure di scrittrici imprescindibili del secolo scorso
8/29 maggio 2018
a cura di Alba Donati
Il progetto è realizzato con il patrocinato del Comune di Firenze e con l’ausilio del Centro per il libro e la lettura del Mibact.
Le attività culturali sono realizzate grazie alla collaborazione e al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze.
Donne di troppo è dedicato a tutte quelle scrittrici che hanno faticato a vivere la loro ‘stranezza’, la loro ‘originalità’, la loro ‘unicità’, in un mondo che chiedeva loro solo di essere conformi alle attese della società. La rassegna riprende il titolo di un famoso romanzo scritto da George Gissing nel 1893, partirà l’8 maggio, è dedicato, spiega Alba Donati che ne è la curatrice, “a tutte quelle scrittrici che hanno faticato a vivere la loro ‘stranezza’, la loro ‘originalità’, la loro ‘unicità’, in un mondo che chiedeva loro solo di essere conformi alle attese della società.”
Donne di troppo racconta, attraverso la voce e il vissuto di alcune scrittici di oggi, alcune donne e scrittrici di ieri. Sono donne dalla vita esemplare, sia nel senso della gioia sia nel senso del dolore, donne che hanno vissuto intensamente la loro vita, anche laddove non era consentito. Sono caratteri forti, eccedenti la norma, difficilmente catalogabili in percorsi collettivi, in movimenti, in gruppi. Donne sole e fortissime che hanno lasciato una scia luminosa ovunque siano transitate.
Così è la scia di Lou Salomé, scrittrice e psicoanalista, lampeggiante tra Nietzsche e Rilke, tra amori vissuti e amori rifiutati. A raccontarla la filosofa Susanna Mati, curatrice di Aprile (edizioni di Via del Vento) che raccoglie le memorie per l’amato Rainer Maria Rilke.
Così come luminosa è la scia che Marguerite Duras lascia nella cultura francese che attraversa a colpi di provocazioni, letterarie, politiche, esistenziali. Ce la racconta una scrittrice che a Duras ha dedicato un libro che è un vero corpo a corpo: Marguerite di Sandra Petrignani (Neri Pozza).
La scia luminosa di Etty Hillesum finisce purtroppo ad Auschwitz, ed era una scia meravigliosa di una donna che aveva rinunciato ai suoi privilegi per seguire i deportati nei campi: voleva essere la testimone, voleva che l’orrore fosse ricordato. Salì sul treno cantando, perché era sua dovere dedicarsi agli altri, alleggerire il dolore altrui. La sua vita è stata ricostruita da Edgarda Ferri in un libro straordinario: Un gomitolo aggrovigliato è il mio cuore. Vita di Etty Hillesum (La nave di Teseo).
La scia di Sylvia Plath era puro fuoco. Le sue muse inquietanti hanno lasciato un segno indelebile nella poesia del novecento, e oggi a Londra la casa di Fitzroy Road, che un tempo fu dimora di Yeats e dove Sylvia si suicidò nel febbraio del ’63, è meta di pellegrinaggi. Ma è nella poesia che si trova tutta la verità di questa potente scrittrice: a raccontarla sarà Elisabetta Rasy che alla Plath ha dedicato un capitolo del suo indimenticabile libro Memorie di una lettrice notturna (Mondadori).
A seguire il calendario degli incontri.
Gli incontri, che si svolgeranno tutti i martedì del mese di maggio (8-29 maggio) alle ore 17.30 presso la Sala Ferri di Palazzo Strozzi, saranno aperti al pubblico fino ad esaurimento posti.