CHIUSURA ESTIVA

La Biblioteca e l'Archivio Contemporaneo resteranno chiusi al pubblico dal 5 al 23 agosto.

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1933-1940

1933

21 marzo: Paolo Emilio Pavolini scrive al Presidente della Cassa di Risparmio di Firenze affinché venga concesso al Gabinetto un sussidio, possibilmente maggiore di quello già erogato dalla Cassa negli anni passati. «Grave, infatti, si presenta per la continua diminuzione dei forestieri e per l’insufficiente aumento della cittadinanza la situazione» afferma Pavolini «di un Istituto come il nostro che non ha pari in Europa e che sarebbe doloroso vedere scomparire dalle istituzioni della nostra città […]. Nutro fiducia che l’E. V. non rimarrà insensibile alle ragioni che stanno a favore del richiesto sussidio e che ricorderà come Giampietro Vieusseux sia stato uno dei primi azionisti a fondo perduto della Cassa di Risparmio, la quale tenne le prime sue riunioni nel locale di Palazzo Buondelmonti, allora sede del Gabinetto» (ASGV).

In primavera una giovane studiosa americana che ha letto Ossi di seppia, si reca a salutare Montale al Gabinetto Vieusseux. È Irma Brandeis, la Clizia cantata nei Mottetti, nella Primavera hitleriana ed altre poesie; a lei Montale dedicherà, a partire dall’edizione Mondadori del 1949, Le occasioni.

1934

4 maggio: il presidente del Gabinetto scrive al Podestà di Firenze riferendo sulla situazione economica dell’Istituto, grave a tal punto che, se non verranno presi immediati provvedimenti, «fra un paio d’anni al massimo l’Ente (per quanto il Comune si sia assunto l’impegno di mantenerlo in vita) dovrà praticamente cessare di esistere, salvo attendere una… resurrezione». Pavolini informa anche che «il Direttore dell’Istituto è in disborso di circa L. 10.000 per prestiti da lui fatti alla cassa dell’Ente» (ASGV).

14 dicembre: grazie all’interessamento di Sergio Solmi presso la Banca Commerciale Italiana, la Direzione centrale di Milano scrive a Montale: «Siamo lieti di comunicarvi che, in relazione alle premure rivolteci dal nostro Dr. Solmi ed aderendo al vostro desiderio, siamo eccezionalmente disposti a rinnovare per il prossimo anno il contratto di pubblicità col vostro pregiato Bollettino […]. Resta pertanto inteso che pubblicherete su tre lingue pubblicate finora, in un terzo di pagina» (ASGV).

1935

22 novembre: in un Promemoria destinato al Prefetto di Firenze, Montale ricorda che il Gabinetto Vieusseux «costituisce la più ricca raccolta di libri stranieri moderni esistente in Italia e la più vasta biblioteca circolante d’Europa»: nonostante la sua fama e il suo patrimonio possiede un capitale insufficiente («sole L. 50.000 nominali delle quali L. 20.000 saranno alienate in questi giorni») e non ci sono margini per economie, considerato anche che «l’attuale Direttore è quasi costantemente in disborso avendo spesso anticipato fondi suoi personali alla cassa dell’Ente […]. Causa precipua della crisi è la graduale diminuzione degli abbonati stranieri non compensata da un sufficiente aumento di abbonati italiani. Da 116 anni il Gabinetto Vieusseux rappresenta un centro di cultura e di informazione del quale si riconosce in tutta l’Europa il carattere unico, insostituibile. Biblioteca romantica per eccellenza, aggiornata sempre ai tempi, essa è quella che più direttamente, senza burocrazia e pesantezza accademica, porta un tono alla vita intellettuale della città. Le sorti del Gabinetto Vieusseux sono in relazione con quella della colonia straniera a Firenze, colonia che non si può lasciar ridurre ulteriormente. Esse incidono persino sul turismo più minuto. Sono infatti numerosi gli abbonati stranieri dell’Ente i quali dichiarano che l’esistenza del ‘Gabinetto’ è ragione precipua (e talvolta unica) della loro elezione di un soggiorno fiorentino o del prolungamento di questo, oltre ogni previsione» (P. Bagnoli, Montale e il Gabinetto Vieusseux, pp. 71-72).

5 dicembre: il direttore, particolarmente attento a soddisfare il pubblico di frequentatori stranieri, soprattutto anglosassoni, in questi anni chiede consiglio a Giuseppe Prezzolini, allora a New York, su alcune testate da aggiungere o sostituire a quelle già preesistenti: «qui al Vieusseux» scrive Montale a Prezzolini «non si può assolutamente rinunziare a qualche giornale straniero: farne a meno sarebbe un suicidio» (lettera conservata nel fondo Vallecchi, presso l’ Archivio Contemporaneo «A. Bonsanti»).

Alla fine dell’anno si dimette dalla presidenza dell’Istituto Paolo Emilio Pavolini, a cui succede il Conte Paolo Venerosi Pesciolini, Podestà di Firenze.

1936

1 luglio: durante il Consiglio d’Amministrazione viene discussa la necessità di cedere «alla Biblioteca del Museo del Risorgimento di Firenze un importante gruppo di pubblicazioni ottocentesche» di proprietà del Gabinetto «da anni fuori catalogo e da poco riordinate e tratte da un angusto ripostiglio di Via S. Spirito» (CdA). Si tratta di intere annate di periodici della prima metà dell’Ottocento (tra cui gli «Annali universali di statistica», la «Revue des Deux Mondes», l’«Antologia straniera», gli «Annali di storia naturale», il «Bollettino della Società geografica italiana», «La filosofia delle scuole italiane»), oltre ad alcuni volumi appartenenti alla Biblioteca consultativa.

17 settembre: Montale notifica al Podestà di Firenze le difficoltà economiche attraversate dal Gabinetto, e sottolinea la necessità di «verosimilmente esaminare l’opportunità dell’alienazione di L. 30.000 in titoli, a deposito presso la Cassa di Risparmio e che costituiscono tutto il patrimonio dell’Istituto» (ASGV).

17 ottobre: a causa della grave situazione finanziaria, tutti i membri del Consiglio d’Amministrazione, oltre al direttore, rassegnano le dimissioni; rimangono però in carica fino al 31 dicembre, dopo aver avuto garanzia dal Podestà di Firenze riguardo alla concessione di un contributo straordinario di L. 15000, oltre quello normale di L. 18000.

22 dicembre:il Consiglio d’Amministrazione autorizza il direttore a cedere le pubblicazioni ottocentesche selezionate alla Biblioteca del Museo del Risorgimento, dietro versamento di L. 8000 «delle quali metà dovranno essere pagate alla consegna e metà entro il 1937» (CdA).

1937

29 gennaio: Montale scrive al presidente dell’Ente Provinciale del Turismo di Firenze affinché voglia concedere al Gabinetto un sussidio pari a una cifra non inferiore a L. 10000, al fine di impiegarlo in gran parte per l’acquisto di opere straniere moderne. Il direttore si richiama al «preciso punto d’incidenza fra turismo e cultura, specie in una città come Firenze, che offre ai suoi ospiti piuttosto tesori d’arte e d’intelligenza che distrazioni e attrazioni mondane» (P. Bagnoli, Montale e il Gabinetto Vieusseux, pp. 72-73).

5 ottobre: il Consiglio d’Amministrazione, sempre a causa delle difficoltà economiche attraversate dall’Istituto, decide di prendere in esame l’aumento delle tariffe d’abbonamento alla Sala di lettura e alla Biblioteca. Si decide di procedere uniformando la tariffa pagata da italiani e stranieri, in quanto questi ultimi, fino a quel momento, pagavano una cifra leggermente maggiore. Viene espresso anche l’esigenza che un rappresentante del turismo locale sia chiamato a far parte del Consiglio d’Amministrazione, visti, tra l’altro, i rapporti che intercorrono «fra il nostro Istituto e la colonia straniera di Firenze» (CdA).

15 novembre: Montale, nel richiedere al Podestà di Firenze un sussidio straordinario per l’anno in corso, segnala anche che «a giorni il Gabinetto avrà bisogno di denaro liquido per il rinnovo di abbonamenti in proprio e per conto di terzi, e che il sottoscritto, già in disborso di circa L. 7000, dovrà anticipare di suo nuovi fondi, pur senza avere i mezzi per anticipare tutto il necessario. Da tali anticipi il sottoscritto è stato pregato di astenersi, ma purtroppo accettare tale preghiera significherebbe semplicemente respingere clienti e abbonati e mettere l’Istituto nell’assoluta impossibilità di funzionare»(ASGV).

Risale a quest’anno il primo scritto di Alessandro Bonsanti sul Gabinetto Vieusseux, «diretto dal poeta Eugenio Montale con signorile competenza e assidua attività»: «La Biblioteca modesta messa a disposizione degli amici nel 1820 dal fondatore, è diventata un nucleo formidabile di oltre seicentomila volumi, mentre nelle sue sale di lettura vengono tenuti a disposizione degli associati circa cinquanta quotidiani, e un centinaio di riviste e periodici diversi, sia italiani che stranieri. Mutati gli intenti come i tempi, la Biblioteca Circolante Vieusseux e la sala di lettura restano nondimeno un forte mezzo di propaganda culturale, un ricco ambiente di consultazione specialmente per la storia letteraria dell’800 e di questo nostro primo terzo di secolo con particolare riguardo alla lingua italiana, francese, inglese e tedesca; restano un’istituzione fiorentina fra le più singolari, degna di vivere di vita autonoma» (Di G. Vieusseux, p. 147).

1938

9 aprile: il Consiglio d’Amministrazione prende atto che, alla data odierna, Montale è creditore verso l’Istituto di L. 14000 «per anticipazioni da lui fatte e stipendi non riscossi».

4 agosto: Montale scrive a Bobi Bazlen dal Gabinetto: «Come saprai (ma conserva il segreto!) ho il 90% di probabilità di andar via di qui entro il mese di settembre. Questo fatto, unito a certi recenti provvedimenti razzistici che sai e che seguiranno, mi ha fatto sentire come necessario di riunirmi coûte que coûte con chi supponi […]. Non ti spaventare, non chiedo risposta a queste domande. Ma vorrei da te un’opinione sintetica. Che altra via di uscita ho, tra il colpo di rivoltella e il… piroscafo?» (L._Rebay, Montale, Clizia e l’America, pp. 173-74).

27 ottobre: Montale, sempre dal Vieusseux, aggiorna l’amico Bazlen sui suoi programmi: «Appena liquidate le cose al W.C. farò quel che devo fare»._E appena due giorni dopo: «Riguardo all’America, per ora non sono neppure licenziato» (L._Rebay, Montale, Clizia e l’America, p. 175).

1 dicembre: durante un’assenza del direttore, il presidente Venerosi Pesciolini convoca una riunione del Consiglio d’Amministrazione, completamente rinnovato. Sono presenti i consiglieri Jacopo Mazzei (pro-rettore dell’Università e Presidente della Sezione dell’Istituto di cultura fascista), il marchese Niccolò Antinori, Mario Salmi, Carlo Pellegrini, Paolo Teruzzi, Piero Rebora, Ugo Corti. Sulla base di considerazioni finanziarie e politiche si delibera «1° di dispensare il dottor Eugenio Montale dall’Ufficio di Direttore; 2° di stabilire che al dott. Eugenio Montale sia corrisposta l’indennità di preavviso e quella di licenziamento a forma del suindicato R.D.L. 13 novembre 1924, n° 1825; 3° di ringraziare il detto dr. Montale per l’opera del medesimo fin qui prestata con zelo ed intelligenza nell’adempimento delle sue funzioni». Durante questa stessa seduta il Podestà informa «che sono stati presi accordi per il trasferimento dell’Ente nei locali di Palazzo Strozzi. La Federazione fascista ha un ‘Centro di studi sul fascismo’: il Gabinetto che non ha finora assolto politicamente la sua funzione potrà usufruire di questa organizzazione. Occorrerà rivedere la suppellettile libraria allo scopo di eliminare pubblicazioni inadatte» (CdA).

13 dicembre: Jacopo Mazzei diventa presidente del Gabinetto. Il Podestà nomina due funzionari del Comune, Filippo Cristini e Rodolfo Ciullini, rispettivamente per la direzione amministrativa e della biblioteca, «in sostituzione del direttore dispensato» (CdA).
Anni dopo, il 5 maggio 1945, Montale, divenuto commissario del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale, dichiarerà davanti al nuovo Consiglio d’Amministrazione che da quel momento avrebbero cominciato «ad affluire al Vieusseux sussidi di Enti locali, che fino ad allora erano stati concessi col contagocce. Sbarazzatosi dalla fastidiosa presenza del vecchio direttore, il Venerosi Pesciolini che per anni quale Presidente del nostro Ente aveva disertato le riunioni del Consiglio ed era stato indifferente ad ogni richiesta d’aiuto, (e Dio sa se richieste vi furono) si era infine deciso ad agire; e il nuovo Presidente prof. Mazzei, da lui nominato, seguì quella via. Da allora fino ad oggi non mancarono al Vieusseux sussidi generosi che permisero all’Istituto una ripresa veramente notevole e una serie di bilanci che furono spesso (non sempre) in pareggio o in attivo»(P. Bagnoli, Montale e il Gabinetto Vieusseux, p. 77).

22 dicembre: durante un Consiglio, il presidente Jacopo Mazzei riferisce «sulla liquidazione dell’ex direttore Montale e legge una lettera con la quale lo stesso Montale dichiara di non accettare l’indennità di licenziamento stabilita dalle norme sul contratto d’impiego privato e di aver affidato la pratica all’avv. Calamandrei». La trattativa si conclude sei mesi dopo con un accomodamento che comprendeva anche il rimborso delle anticipazioni fatte da Montale per gli stipendi dei dipendenti (CdA).

Patrimonio librario: complessivamente 62985 opere, di cui 42,9% in francese, 35% in inglese, 17,2% in italiano, 5% in tedesco. Rispetto ai dati del 1927 si registra un incremento dei libri italiani, mentre i francesi, gli inglesi e i tedeschi restano stazionari.

1939

Gennaio: inizia la ricognizione di tutto il patrimonio librario, in vista del trasferimento a Palazzo Strozzi, di recente restaurato. Il lavoro di riordino e di controllo bibliografico, che prevede anche l’avvio del catalogo a schede per autori e per materia, durerà fino a dicembre.
19 gennaio: il presidente richiede al Segretario Federale della Casa del Fascio di Firenze, Ricciardo Ricciardi Pollini, l’indicazione di «persona adatta per esercitare un controllo politico sulle pubblicazioni poste in lettura da questo Gabinetto, e per assumere la responsabilità che non può gravare per ragioni di impossibile continuata vigilanza sul Presidente e sul Consiglio». Verrà suggerito il nome del «famigerato dott. Gozzini» come nel 1945 lo definisce Montale (ASGV).
Su richiesta del segretario del Guf di Firenze, Enzo Taddei, il presidente del Gabinetto, Jacopo Mazzei, concede 4 tessere di lettura con carattere impersonale per studenti che si preparino ai Littoriali. Già agli studenti del Guf il Gabinetto concede uno sconto del 25%.

L’Ente del Turismo stanzia L. 25000, che si aggiungono ad altre 25000 già promesse, per il trasferimento dell’Istituto in Palazzo Strozzi.

12 aprile: in una lettera a Dino Alfieri, Ministro della Cultura Popolare, dove si richiede un contributo straordinario di L. 100000, Mazzei insiste sull’importante funzione «di altissima propaganda italiana tra gli stranieri» svolta nel tempo dal Gabinetto, funzione che «ha avuto una importanza minore quando è divenuta culturalmente e politicamente meno necessaria. È opinione del Podestà di Firenze, delle Autorità politiche fiorentine e di questo Consiglio che essa oggi sia ritornata specialmente necessaria e, se adeguatamente potenziata, efficacissima» (ASGV).

Il «Bollettino», stampato a Firenze presso la Tipografia Corradino Mori, diventa quadrimestrale e assume la denominazione di «Bollettino delle pubblicazioni italiane e straniere». Direttore responsabile è Rodolfo Ciullini.

1940

Maggio: sulla base di una analisi del patrimonio bibliografico dell’Istituto, al fine di dimostrare «il nuovo impulso dato al Gabinetto dalla rinnovata direzione» di Mazzei, Rodolfo Ciullini, in una lettera datata 29 maggio scrive: «Il ricchissimo patrimonio bibliografico nuovamente inventariato e catalogato comprende oltre 150.000 volumi. Il catalogo per autori condotto a termine nel breve periodo di un anno, è costituito da oltre 100.000 schede tenuto conto, in questa cifra, delle schede di richiamo e di rinvio» (ASGV).

Novembre: in una dettagliata relazione Ciullini informa il presidente circa gli importanti lavori preliminari per il trasferimento dalla vecchia sede alla nuova. «Queste operazioni hanno presentato una certa difficoltà per il fatto che, contemporaneamente al trasporto dei libri, avveniva lo smontaggio degli scaffali, resi a mano a mano liberi, per il loro trasporto e riadattamento dei nuovi locali, per dare possibilità di sistemare i libri, appena giunti nella nuova sede, negli scaffali riadattati […]. Il trasporto è stato eseguito col sistema delle asserelle simili a cassette aperte sui due lati, di metri 1,50 per centimetri 20, capaci di contenere i libri in un intero palchetto e più, sistema reso necessario dalla speciale collocazione dei libri della nostra biblioteca, che ha consentito di mantenere intatto l’ordine di collocazione».

17 novembre: si inaugura la nuova sede di Palazzo Strozzi. La cerimonia è introdotta dal presidente Jacopo Mazzei, alla presenza di S. E. Riccardo Del Giudice, sottosegretario all’Educazione Nazionale. Questo evento costituirà l’occasione di un fascicolo interamente dedicato al Gabinetto Vieusseux nella rivista «Firenze», rassegna mensile del Comune.

In questo stesso anno Carlo Emilio Gadda si trasferisce a Firenze. Una sua notazione sulla comodità degli arredi dell’Istituto (nella fattispecie poltrone che facilitavano «una felice orizzontalità delle gambe») è in una spiritosa nota a un racconto dell’Adalgisa, dove si immagina che un personaggio, già frequentatore di biblioteche milanesi, «in prosieguo d’anni e di tempo, ma non d’esperienza, meditò ancora di orizzontalarsi sulle sedie a bracciuoli dette di Vallombrosa (lire 19,75) del Gabinetto (Vieusseux), adibite all’uopo du’ gemine consorelle. Invano! Ché certo signor de’ Benci o de’ Menci ch’e’ fusse, e certo Vesciolini o direi anzi Ceccherelli generale a riposo, oggi entrambi defunti, ‘reclamarono’ appo la direzione del prefato Gabinetto: come di attitudine disacconcia al luogo, sacro alla lettura: (della cronaca dei mercatini nel conteso ‘Nuovo Giornale’ del pomeriggio). Iddio grande e potente ha già certamente avuto modo di rimeritare i due valentuomini del loro civico zelo» (L’Adalgisa, p. 422). Trapelano in questo passo evidenti riferimenti a personaggi reali della storia dell’Istituto.