CHIUSURA ESTIVA

La Biblioteca e l'Archivio Contemporaneo resteranno chiusi al pubblico dal 5 al 23 agosto.

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1860-1872

1860

18 agosto: si abbona Aurelio Saffi.

Settembre: esce il Catalogo dei libri italiani della Biblioteca circolante, stampato sempre dalla Tip. Galileiana, suddiviso in 2 sezioni: «Letteratura, Storia, Viaggi, Scienze, Belle arti ecc.» e «Romanzi».

Complessivamente i libri in italiano ammontano a circa il 28% del patrimonio generale, avendo subìto progressivamente dal 1853 un forte calo (dal 33,9% al 28%), a vantaggio degli inglesi, che sono passati dall’8,6% al 17,2%.

16 settembre: arriva a Firenze Karl Hillebrand, che il 7 novembre scriverà a Vieusseux da Bordeaux: «Je ne saurais vous dire, combien je regrette la belle Florence, cette athmosphère intellectuelle, ce mouvement littéraire dont la province est si complètement déporvue; combien je trouve à dire ces charmantes réunions du samedi soir, où tant de notabilités illustres se pressaient autour d’un hôte aussi distingué, aussi cordial, aussi bienveillant […]. Tous nous sommes enthousiastes de votre cause, tous tant que nous sommes vrais libéraux; car il y a bien de gens qui se sont introduits dans ce champ sans avoir le droit d’y être admis» (Karl Hillebrand, p. 23).

Abbonamenti: 855.

1861

Il Ministro della Pubblica Istruzione nomina Giovan Pietro Vieusseux Socio corrispondente della Deputazione di Storia patria per le Province di Romagna.

16 marzo: si abbona Walter Savage Landor.

20 giugno: si abbona Antonio Di Rudinì.

Vieusseux è editore di: P. Thouar, Racconti per fanciulli.

Abbonamenti: 1084.

1862

25 aprile: Vieusseux indirizza al Gonfaloniere, ai Priori e ai Consiglieri del Comune di Firenze una protesta formale riguardo al progetto di costruzione della nuova via Vacchereccia, verso Santa Trinita: «il taglio che si propone di fare, toglierà via più d’un terzo del Palazzo Buondelmonti, ove ora si concentrano il mio Gabinetto Scientifico-Letterario, i miei magazzini, la mia industria libraria e la mia stessa abitazione: e siccome tra le parti destinate a sparirne, sono per l’appunto la scala e le due migliori stanze ad ogni piano, così codesto taglio chiuderà il Gabinetto al pubblico, siccome a me il resto del palazzo, se molto prima che i lavori comincino non si sarà provveduto. La sorte che toccherebbe al mio Gabinetto, se le SS.VV. non saranno cortesi del loro soccorso, sarebbe non solamente una sospensione, ma una definitiva chiusura, una completa rovina». A sostegno della propria causa Vieusseux ricorda che nel suo Gabinetto «si leggono 160 giornali scientifici, letterari e politici; e che una Biblioteca Circolante di 25,000 volumi vi si trova egualmente a disposizione del pubblico. E siccome la Piazza S. Trinita è divenuta, in ispecie pei forestieri, il vero centro di Firenze; così può presumersi, che, per la forza prepotente dell’abitudine, dal momento che il Gabinetto venisse trasferito altrove, verrebbe altresì a perdere gran parte de’ suoi associati» (ASGV).

16 agosto: si abbonaFëdor Dostoevskijper una settimana. Ritornerà poi nel 1868.

Fëdor Dostoevskij

14 settembre: dal Gonfaloniere del Municipio di Siena, conte Bernardo Tolomei, Giovan Pietro riceve una medaglia in ricordo del decimo Congresso Scientifico Italiano.

13 ottobre: Vieusseux riceve la nomina a Commendatore dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro «per la instancabile operosità mostrata in vantaggio dei buoni studi». L’8 settembre Vieusseux aveva scritto a Luigi Cibrario di temere che qualcuno attribuisse tale onorificenza «al favore e all’intrigo», e dichiarava di sentirsi «già remunerato al di sopra di ogni speranza od ambizione col vedere infine esauditi i voti di tutta la vita per l’indipendenza e la libertà dell’Italia» (ASGV).

4 dicembre: si abbona il filologo Giuseppe Rigutini.

Abbonamenti: 1066.

1863

11 marzo: si abbona Ferdinando Petruccelli della Gattina, scrittore e patriota lucano.

18 aprile: Vieusseux scrive a Cesare Cantù: «pur troppo da alcuni mesi a questa parte comincio a risentire seriamente il peso degli anni. Ho bisogno di riposo, e spero di potermi liberare della condotta dell’Archivio storico, assicurandone la buona direzione; direzione più dotta certo della mia. Ciò si saprà precisamente alla fine del 1863. In pochi giorni abbiamo perduto in Toscana tre distinti scienziati, il Mossotti, l’Amici, il Betti. Tre miei amici e tutti meno vecchi di me. Anch’io devo prepararmi, che pur troppo mi pesano questi miei 84 anni» (Giampietro Vieusseux, p. 7).

24 aprile: Vieusseux viene colto da malore; «non lo colse dunque impreparato» scrive Tommaseo «il tocco mortale la sera del dì 24. Né inoperoso lo colse; chè, innanzi di cadere per non più rilevarsi, scrisse ordini alla stamperia per affrettare lavori, e scese le molte scale a raccorre dal gabinetto i giornali da scorrere coll’usata freschezza di mente, e col rapido discernimento d’uomo esperto e occupato» (Di G. Vieusseux, p. 126).

28 aprile: alle sei del pomeriggio, muore Giovan Pietro Vieusseux all’età di 84 anni. «La religione ch’ebbe il Vieusseux alla memoria de’ morti, gli meritò che la morte sua fosse accompagnata dal compianto di quelli stessi che non consentivano seco, che taluni di questi fossero alle sue esequie; che tutti, tranne un solo pronunziassero di lui, più o meno sincere, parole di lode e pietà e riverenza. Ma le scale del palazzo Buondelmonti, a chi lo amò, sono dolorose a salire. Il loro sentimento e l’elogio di lui si contiene in questa parola del Lambruschini: Noi siamo sbandati» (N. Tommaseo, Di G. Vieusseux, p. 124).

11 maggio: Paolino ed Eugenio Vieusseux, comunicando la morte dell’«amatissimo zio», informano formalmente gli abbonati al Gabinetto di avere ereditato la Ditta Giovan Pietro Vieusseux: «noi abbiamo speranza che vorrete continuarci quella fiducia di cui vi piacque onorare il defunto nostro Zio; e siate certi che faremmo quello che da noi dipenderà per mantenercene degni» (ASGV).
Viene stipulato un nuovo contratto di tre anni per la locazione di Palazzo Buondelmonti (esclusi botteghe e fondi), con l’ impegno di pagare in due rate semestrali la cifra complessiva di L. 2940.

30 ottobre: si abbona Angelo de Gubernatis.

Abbonamenti: 1193.

1864

14 gennaio: si abbona Adolfo Targioni Tozzetti.

17 gennaio: nell’adunanza solenne dell’Accademia dei Georgofili Raffaello Lambruschini pronuncia «l’elogio di Giampietro Vieusseux», rievocandone le opere e descrivendo «l’intiero uomo nelle varie vicende della non breve sua vita». I ricordi di Lambruschini non escludono ovviamente gli incontri a casa Vieusseux: «Nelle grandi città attirano nostrali e forestieri le pompose veglie nei palagi de’ principi, de’ ricchi, o di donne che primeggino per beltà o per ingegno. In Firenze una volta la settimana s’apriva la sala d’un privato, e vi accorreva il fiore dei dotti d’ogni nazione. Il Vieusseux li riceveva degnamente, e sapeva dire a ciascuno la parola adatta, la parola piacente. Più spesso, quasi ogni dì, nell’ora che mette fine agli affari si raccoglievano da lui in intimo crocchio gli amici. Là ci aprivamo l’un l’altro confidentemente. Là ci sentivamo congiunti» (Elogio di G. Vieusseux, pp. 22-23).

25 gennaio: a conclusione di trattative già avviate da G.P. Vieusseux, l’«Archivio storico» viene ceduto alla Deputazione di Storia patria per la Toscana, le Marche e l’Umbria. I Vieusseux cessano di esserne gli editori, ma la sede e l’amministrazione della rivista restano a Palazzo Buondelmonti.

30 gennaio: si abbona Michail Bakunin per tre mesi, durante un soggiorno a Firenze dal 26 gennaio all’autunno.

Michail Bakunin

19 aprile: si abbona Luigi Capuana.

11 ottobre: si abbona Domenico Comparetti.

Abbonamenti: 1228.

1865

Cessano le pubblicazioni del «Giornale agrario», non solo per difficoltà legate alla carenza di redattori, ma soprattutto per la morte di Cosimo Ridolfi, che della rivista era stato l’animatore.

Carlo Milanesi diventa direttore dell’«Archivio storico».

1 febbraio: si abbona Atto Vannucci, il biografo di G.B._Niccolini, già da tempo in contatto con il Gabinetto..

30 giugno: si abbona Carlo Lorenzini, ossia Collodi.

Carlo Lorenzini, ossia Collodi

1 agosto: si abbona Giuseppe Ferrari, filosofo e politico.

Abbonamenti: 1426.

1866

Forti contrasti tra Eugenio Vieusseux e il proprietario di Palazzo Buondelmonti, Giovan Battista Schmid, che vorrebbe creare una bottega a pian terreno spostando l’ingresso del Gabinetto in via delle Terme e che, avvicinandosi la scadenza del contratto, intende quadruplicare l’affitto. Eugenio prospetta lo «scandalo» di una eventuale chiusura. Si arriva a concordare una cifra di L. 5000 annue, la cessione di una parte del pianterreno, e di due stanze al secondo piano (ASGV).

14 aprile: si abbona Ubaldino Peruzzi.

29 ottobre: si abbona Frederick Stibbert.

20 dicembre: si abbona Sidney Sonnino.

Patrimonio librario: 11133 opere, di cui francesi 49,9%, inglesi 25,6%, italiani 22,7%, tedeschi 1,8%. Incremento dei libri inglesi, che superano quelli francesi (46% contro 42,5%). Senza variazioni l’acquisto dei tedeschi; diminuisce ancora, invece, quello degli italiani.

Abbonamenti: 1236.

1867

23 marzo: Paolino Vieusseux si ritira dagli affari e lascia al fratello la direzione del Gabinetto. Così Eugenio Vieusseux in una lettera del 21 marzo all’Unione Tipografica Editrice di Torino: «io rimango solo proprietario di uno stabilimento al quale mi legano gli affetti del passato, e quelli dell’avvenire, giacchè come saprete ho due figli, uno dei quali già grande. Continuerò dunque come col passato, e conto come è ben naturale sulla fiducia di tanti nostri amici e corrispondenti» (CV). La volontà di proseguire per la strada tracciata dallo zio trova forti contrasti nelle difficoltà economiche: «comme vous savez», spiega Eugenio a E. Husson, «depuis longtemps, mais les derniers tems surtout, les affaires ont sensiblement diminué, soit à cause de la grande quantité de journaux qu’on imprime en Italie, soit à cause de la concurrence que nous font de tout côté les autres librairies, les administrations des Postes, etc.» (lettera del 4 maggio: CV).

Si rinnova il contratto per l’affitto di Palazzo Buondelmonti per altri cinque anni, a L. 5500 annue.

11 maggio: l’Associazione Italiana per l’Educazione del Popolo affitta per L. 780 annue due sale, una delle quali attigua a quella dell’«Archivio storico», al secondo piano del Palazzo. Nella somma dell’affitto, come recita il punto primo dell’accordo, «si intenderà compresa una tenue retribuzione pel servizio di spolveratura giornaliera degli ambienti e mobili»; la ditta Vieusseux si impegna inoltre a «fornire due grandi lumi a regolatore per la sala, uno minore anche a petrolio per la camera annessa», nonché l’illuminazione delle scale in occasione delle riunioni serali dell’Associazione (ASGV).

20 settembre: si abbona per un mese Karl Hillebrand, che già aveva frequentato il Gabinetto nel 1860

Karl Hillebrand

Abbonamenti: 1147.

1868

Gravato dalle difficoltà economiche e da una gestione resa più difficile da problemi legati alla concorrenza, Eugenio Vieusseux pensa alla costituzione di una Società per azioni.

Settembre: in un progetto primitivo si parla di costituire un capitale sociale di L. 100000 divise in 20 azioni. Si avviano trattative con il gruppo veneto, costituito dal conte Papadopoli, Angelo Messedaglia, Luigi Luzzatti, acquirenti disposti, a detta di Eugenio, a migliorare l’Istituto (una istituzione che «per la sua influenza sul nostro paese è sempre stata considerata come nazionale, e […] ha una riputazione veramente popolare fra noi»), così come a «trovare un frutto equo e certo, con garanzia in mano, dei loro capitali», lasciando ad Eugenio, ma senza compenso, «le ingerenze del gabinetto di lettura propriamente detto e della Biblioteca».

Si delinea anche un progetto di trasferimento del Gabinetto a Napoli, grazie agli investimenti di «20 o 25 persone che mettano 6 o 7 mila lire per fare una proprietà» (ASGV). Ma contemporaneamente si avviano anche trattative col Circolo Filologico perchè il Gabinetto resti a Firenze.

26 settembre: si abbona Ferdinand von Zeppelin, inventore del dirigibile rigido.

7 novembre: deciso a colmare le lacune del patrimonio librario, il direttore si rivolge a Giusto Ebhardt di Venezia: «La mia Biblioteca circolante estesissima in libri inglesi, francesi e italiani difetta di libri tedeschi per la ragione che i libri di questa lingua sono stati per il passato difficili a procurarsi e ora si trovano, ma carissimi. Avete voi collezioni? ricevete voi le novità? potreste voi provvedermi ogni tanto di qualche buon romanzo? ora per esempio vorrei il nuovo libro di Auerbach […] se lo avete mandatemelo subito per posta» (CV).

11 novembre: si abbona Isidoro Del Lungo.

13 novembre: si abbona Cesare Alfieri di Sostegno.

21 novembre: si abbona Vittorio Imbriani.

16 dicembre: Dostoevskij si abbona di nuovo alla Biblioteca per un mese. Secondo la testimonianza della moglie, frequenta quotidianamente le sale del Gabinetto: «Per fortuna, a Firenze trovammo un’ottima biblioteca e una sala di lettura abbonata a due giornali russi, che Fedja leggeva dopo pranzo._Inoltre prese a prestito le opere di Voltaire e di Diderot, che lesse durante l’inverno» (A.G. Dostoevskaja, Dostoevskij mio marito, p. 131).

Abbonamenti: 1205.

1869

Gennaio: fallimento della trattativa con il gruppo veneto. In una minuta di lettera indirizzata a Luzzatti, Eugenio Vieusseux scrive: «per questo affare bisogna trovare chi abbia mente, cuore e denaro, doni rari e che il Conte [Papadopoli] ha. […], come sperare in altri che se […] avran denaro non avranno o mente o mancherà loro il Cuore? Il mio, lo confesso, s’è richiuso…» (ASGV).

25 marzo: si abbona il deputato Giovanni Acerbi.

14 aprile: Eugenio cerca di entrare in relazione d’affari con Federigo Wuterich di Pietroburgo, al quale domanda «di prendere delle associazioni […] ai giornali russi da spedirsi in Italia» e di «informarsi dei numeri dell’Archivio storico posseduti dalla Biblioteca di Pietroburgo» (CV).

Con i frutti della vendita di 390 azioni (fra gli azionisti, di tutte le parti d’Italia, Pasquale Villari e Bettino Ricasoli) viene eretta nel cimitero protestante, detto “degli Inglesi”, in Piazza Donatello, la tomba monumentale a Giovan Pietro Vieusseux, opera dello scultore Egisto Rossi.

Settembre: agli scienziati convenuti a Firenze in occasione del Congresso medico internazionale, il direttore offre l’ammissione gratuita nelle sale del Gabinetto («L’Opinione», 30 settembre 1869).

6 ottobre: si abbona Henry James.

23 novembre: facendo riferimento ai capricci e alle «abérrations littéraires» del pubblico, Eugenio Vieusseux confessa in una sua corrispondenza la difficoltà di seguire le proprie ambizioni: «cet établissement qui est tout mon avoir et la gloire de ma famille, est loin d’être tel que je le voudrais. Je ne marche pas mal à vrai dire et je me rapporte assez du moins pour ma modeste vie, mais à la condition de suivre, au lieu de diriger, le goût du public; je dois faire une part trop grande aux publications politiques et à la littérature légère, au détriment des livres de sciences, d’histoire, de littérature, etc., dont j’aimerais pouvoir doter ma Bibliothèque. Faire cette réforme serait mon ambition…» (FV).

Abbonamenti: 1254.

1870

Ottobre: esce il supplemento al Catalogo dei libri italiani, che ora corrispondono a circa il 21% del patrimonio generale. Intorno agli anni Settanta si registra un incremento dei libri in inglese, a scapito dei francesi e in parte anche degli italiani.

24 novembre: si abbona Diego Martelli.

30 novembre: si abbona Jules Michelet.

Jules Michelet

Abbonamenti: 1317.

1871

1 settembre: si abbona Piero Barbèra, figlio dell’editore Gasparo.

Abbonamenti: 1240.

1872

5 ottobre: Eugenio Vieusseux chiede al Sindaco di Firenze Ubaldino Peruzzi di poter «ottenere in affitto, per lungo tempo e a miti condizioni, il terreno del Palazzo Comunale [Palazzo Feroni]», insieme ad aiuti necessari per affrontare il «dispendioso» trasferimento. A questo scopo aggiunge: «Le assicuro che io non considero in tutto questo affare me stesso, e che ben conosco la mia mediocrità. Ma io sono il depositario di questa gloria della mia famiglia, il Gabinetto; sono il successore del mio venerato zio; e sento altamente la responsabilità che pesa su me nelle sorti future di una istituzione che può, a certi riguardi, considerarsi più pubblica che privata»(Carte Peruzzi, BNCF).

Abbonamenti: 1389.